Prendo un taxi per andare da un cliente in una via che onestamente non avevo mai sentito.
Entro nella Multipla bianca, saluto il tassista e gli dico il nome della via e relativo numero civico. Mi guarda e con accento siciliano mi fa: "e dov'è?? Io non l'ho mai sentita quella via li'".
Io gli dico che è dalle parti dell'autostrada, sotto al cavalcavia, vicino alla stazione. Lui è perplesso.

Mi mette in mano un tuttocittà e mi dice di cercarla. La trovo, gliela faccio vedere, ma non sa, non capisce. Chiama via radio la centrale, e una voce femminile gli gracchia che è li', dove gli ho fatto vedere io sulla piantina. Ma lui no, non è convinto, questa via gli puzza.

Ha lui un'idea: ci fermiamo di fianco a un posteggio di taxi, dove interpella alcuni suoi colleghi, i quali ribadiscono che è proprio li' dove io gli ho fatto vedere sulla mappa e dove la voce femminile gli aveva gracchiato. "Moah - fa lui, con aria interrogativa - io non so, arriviamo in zona e poi si vedrà".
Intanto si fa tutta la via zigzagando sulle rotaie. Ha spento l'aria condizionata, fa caldissimo. E lui nello specchietto guarda perplesso me, la mia giacca, la mia cravatta e i miei documenti.
E io sudo e alzo gli occhi al cielo.

Arriviamo finalmente in zona, troviamo la famosa via, e lui mi fa: "ci sono stato diecimila volte io qua, sa? La vita comunque va presa con calma, ha visto che era meglio chiedere ai miei colleghi? Seno' chissà quanto tempo che ci mettevamo per venire fin qua".